lunedì 1 giugno 2015

Rinnovare la chiesa al femminile

Le donne hanno preso parola in Vaticano lo scorso week end. Suore, giornaliste, diplomatiche studiose convocate nella Casina Pio IV da Lucetta Scaraffia curatrice da 3 anni dell'inserto mensile "donne chiesa mondo" dell'Osservatore romano (qui il resoconto di oggi del giornale della S. Sede). A loro è toccato cercare di rispondere alla domanda: come migliorare la condizione della donna nel mondo? Come sempre quando sono le donne a parlare liberamente le risposte sono molto diverse da quelle che darebbero i soliti prelati.
Si è parlato di violenza in famiglia, aborto, maternità e della condizione della donna nella Chiesa con un occhio particolare all'Africa dove la situazione necessiterebbe un intervento urgente.
La testimonianza più toccante infatti è stata quella di suor Rita Mboshu Kongo di sabato 30 maggio anticipata da un bell'articolo sul Corriere della sera. La teologa congolese docente di teologia spirituale all'Urbaniana ha denunciato la situazione delle religiose nel suo paese dove le congregazioni sono senza un carisma particolare se non quello di servire in condizione di servitù e non tanto di servizio, i preti che sovente abusano anche sessualmente di loro. Uno spaccato inquietante che è stato portato alla luce. A colpire è anche la storia di questa suora che si è laureata in teologia mentre lavorava nelle cucine del Collegio Capranica di Roma cucinando per i seminaristi, giovani studenti come lei in fondo, ma che avevano più tempo per studiare, perchè erano maschi e non erano nati in Africa.
Oggi suor Rita continua in questo Ministero di sostegno ai sacerdoti mettendo a servizio anche la sua intelligenza e la sua cultura. Con loro adesso ha un rapporto paritario e non subordinato. Le sorelle che sono in Africa invece non vengono istruite e rimangono prive di strumenti materiali e culturali per opporsi al potere dei preti e del vescovo.
Sono state dette senza reticenze parole importanti. Anche sulla dottrina della differenza nella complementarietà tra i sessi. Lucetta Scaraffia fa notare occorre andare oltre il Magistero di Giovanni Paolo II perchè non è possibile pensare che ci debbano essere ruoli strettamente femminili e ruoli strettamente maschili. Occorre ridefinire il maschile e il femminile secondo un modello nuovo più corrispondente alla realtà vissuta da tanti uomini e donne nel mondo di oggi. Un problema non da poco per la chiesa, ancora dottrinalmente vincolata da un eredità patriarcale che vede la donna come solo madre e serva.
I risultati di questi tre giorni saranno presentati al Santo Padre a cui verrà chiesto di mettere anche la questione della violenza di genere nella famiglia e nella chiesa come prioritaria nella sua azione di riforma. Un primo passo potrebbe essere il prossimo Sinodo sulla famiglia per il quale potrebbe essere convocata una riunione sempre a maggioranza femminile per parlare proprio di questi argomenti.
"La chiesa", afferma Scaraffia, nella relazione finale "ha un patrimonio ricchissimo di valori, di esperienze a cui attingere per migliorare la condizione della donna nel mondo. Quansi non ce ne accorgiamo perchè gli uomini che la dirigono spesso non si interessano a queste questioni".

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