mercoledì 27 maggio 2015

Incontro mondiale delle famiglie. La pastorale delle frontiere lgbt alla sbarra?


Fervono i preparativi per il prossimo incontro mondiale delle famiglie che si terrà il prossimo settembre a Philadelphia (USA). Tappa che farà da preludio al Sinodo di ottobre e nella quale verranno affrontati alcuni temi sinodali come l'omosessualità in famiglia ma purtroppo le associazioni che operano sulle frontiere probabilmente dovranno restare fuori.
Infatti quasi tutte le associazioni che si occupano di pastorale di frontiera verso le persone omosessuali e le loro famiglie, dopo aver richiesto con largo anticipo di partecipare a vario titolo sono rimasti alla sbarra o sono ancora in attesa di una risposta che tarda ad arrivare.
L'unica associazione che è stata ammessa senza indugio a presenziare con uno spazio tra gli espositori è Courage. L'associazione propone a omosessuali e lesbiche che non accettano positivamente e desiderano cambiare la loro condizione un cammino di castità, preghiera. A chi lo desidera vengono proposte "terapie psicologiche" non riconosciute dalla comunità scientifica per curare il proprio orientamento sessuale. Secondo il National Catholic reporter l'omosessualità per Courage è vista come una sorta di dipendenza e il cammino proposto, strutturato in 12 step, assomiglia a quello degli alcolisti anonimi.
Al convegno inoltre l'unico incontro che parlerà di omosessualità vedrà Ron Belgau un uomo gay che vive la proposta del celibato e sua madre Beverly dare la loro testimoniaza.
A Philadelphia dunque la linea sarà quella della chiusura totale che piace molto all'episcopato americano e non quella dell'apertura caldeggiata da Papa Francesco.
Se i Vescovi USA sono chiusi nell'accogliere le persone la dove si trovano, dalla base sono nate iniziative che operano da decenni una pastorale inclusiva rivolta alle famiglie e alle persone lgbt. Esiste infatti in Usa come nel resto del mondo un numero molto vasto di omosessuali cattolici che non sono angosciati dal loro orientamento, che hanno accettato loro diversità e la vivono magari in ralazioni d'amore durature ma faticano a integrare la loro vita con la propria fede.
Fortunate families (famiglie fortunate) ad esempio, la maggiore associazione cattolica degli USA che mette in rete e aiuta i genitori di persone lgbt ad accettare ed amare la diversità dei propri figli, si è vista rifiutare la richiesta di uno spazio espositivo due volte: la prima lo scorso agosto l'ultima a marzo. Chissà se il presidente Deb Word riuscirà nell'ultimo tentativo a far comparire l'associazione come sponsor nella brochure che sarà distribuita ai pellegrini?
Un'altro gruppo è la Catholic Association for Lesbian and Gay Ministry - Associazione Cattolica per la pastorale per gay e lesbiche (CALGM), un gruppo che si occupa di pastorale di frontiera volta a integrare i gay e le lesbiche nella comunità cristiana che da decenni opera in alcune diocesi, parrocchie e scuole cattoliche. Uno dei rappresentanti di CALGM Arthur Fitzmaurice sembra essere fiducioso che una risposta positiva arriverà. La sua associazione opera con il consenso dei vescovi locali in cui è presente. Ecco cosa ha affermato ai giornalisti del NCR:
"Non abbiamo nessuna ragione di credere che la nostra presenza al meeting sarebbe un problema per il Vaticano; infatti la nostra pastorale non fa altro che fare il lavoro della Chiesa cercando di raggiungere coloro che sono nelle frontiere come ha invitato a fare Papa Francesco." Riguardo alla presenza di Courage tra gli espositori Fitzmaurice ha fatto notare che è proprio perchè rispetto a courage CALGM e le altre proposte pastorali rispondono a esigenze diverse che la partecipazione di più associazioni sarebbe necessaria. Le due cose non devono insomma essere viste come in contraddizione.
Anche se non sarà possibile una presenza ufficiale all'interno dell'evento sia Fortunate Families, sia CALGM e le più miltianti Equally Blessed e New Ways Ministry l'associazione fondata da suor Jeanine Gramick e padre Robert Nugent nel 1977, saranno presenti a Philadelphia in settembre con i loro stand per informare e sensibilizzare le persone verso una chiesa più inclusiva.

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